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Francescovainsardegna


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Sardegna – Campionato Italiano Tout Terrain 2007 -

 

Martedì 30 Ottobre - Esco dal lavoro un po’ prima. Piove a dirotto e non fa neanche tanto caldo, se vogliamo. Ed è pure buio. Alle 18 mi metto in abiti civili, una giacca da enduro, la tuta antiacqua e sotto lo sguardo impietosito, preoccupato, a tratti incredulo di mia madre che ormai ha rinunciato a ostacolare le mie scelte, parto. Parto da lì perché il garage con la moto e la mezza officina è dai miei. Ho sulle spalle un grosso zaino con dentro quello che mi serve. La borsa con i vestiti da enduro è su un furgone di un mio amico, Stefano Gori, che corre anche lui. Gli ho dato anche 2 ruote complete con gomme e mousse nuove, io il trasferimento lo faccio con desert e camere d’aria.

 

Mi infilo in autostrada, devo essere a Livorno prima delle 21, perché parte la nave diretta a Golfo Aranci. Il trasferimento è, se possibile, la cosa più rischiosa che ho fatto da diverso tempo a questa parte. Pioveva in un modo vergognoso, non vedevo quasi niente, e i camion sollevavano tanta acqua che mi pareva di guidare un motoscafo. E faceva freddo. Al passo della Raticosa ero già mezzo assiderato, ma verso Firenze fa meno freddo, finiscono le curve scivolose e comincio ad andare in 5^ piena per arrivare prima sulla nave e scaldarmi.

 

Mi imbarco in orario, mi levo la roba bagnata e salgo sul ponte dove mi aspetta Emanuele Cristanelli, un mio amico che ha fatto qualcosa come 10 dakar, 7 faraoni, 5 tunisia, ha vinto il carpat (che poi ha organizzato per alcuni anni), ha vinto il sardegna. Insomma, un mito.

Lele fa da assistenza ad un ragazzo che corre con una ktm 450. Gentilmente mi ospitano nella loro cabina dove c’è un terzo letto. Ceniamo nel ristorantino della nave, e ascoltiamo per ore le avventure di Cristanelli, che fa crepare dal ridere. Dicono che io sia un po’ pazzo. Confronto a lui sono una bimba impaurita…

 

Mercoledì 31 Ottobre – Sbarco, la temperatura è buona, sui 17 gradi. Ma piove. Quindi mi imbacucco di nuovo e mi dirigo a S.Teodoro, una cinquantina di km più a sud.

Mi piace la sardegna, c’è un’aria veramente buona. Poi io il mare l’ho sempre adorato. Uno dei miei sogni è avere una casa sulla spiaggia, come quella di Mel Gibson in Arma Letale.

 

Arrivo al paddok e vado verso l’Old Farm Racing, il team di Nazzareno Falappi, un uomo particolarissimo. Ormai i rally sono la sua vita. Ci mette una passione incredibile. Da lui sono passati grandi campioni: Chiesa, Mandelli, Cecconi, Agradi…e mille altri che ora non ricordo. Ma trovi anche i ragazzini coi 50 Fantic che lui fa crescere. Tra loro una ragazza di 19 anni bella e brava, fidanzata con l’altro pilota 50 Lorenzo Sandrone, campione italiano di classe. Un ambiente veramente bello, quasi una famiglia.

 

Devo cambiare le ruote, ma una volta montate mi accorgo che la mosse dietro che un gommista mi ha montato è piccola per la gomma pirelli scorpion estreme. Inoltre questa gomma non è FIM, cioè non è omologata, e alle verifiche potrebbero non ammettermi al via. Io ho optato per quella gomma dura perché avevo intenzione di farci tutta la gara. Una scelta puramente di economia. Nazzareno si incazza (lui mira a vincere l’italiano come team, e gli servono punti anche da me) e in poche parole sono costretto a smontare tutto e comprare una mousse desert + gomma omologata comprati sul camion delle gomme che segue la gara. E altri 170 euro sono volati via tra le nuvole sarde cariche di pioggia….

 

Vado alle verifiche e non mi controllano niente… Vabbè, in fondo le regole sono regole. Però anche i soldi sono soldi…Sono il numero 48. Si scherza sul fatto che 48 sia il morto che parla e che il 2 novembre sarà il giorno dei morti.

Non sono superstizioso però i maroni me li tocco lo stesso.

 

La gente venuta a curiosare nel paddok guarda con stupore la regina di fianco a quelle motorette anoressiche che infestano le gare. Siamo una sessantina. L’altra bicilindrica pesante è il superenduro di Federico Ghitti, un simpaticissimo e brillante bresciano professore universitario a urbino di storia contemporanea. Questo è il secondo lavoro. Il primo è quello di contare i soldi, visto che ha ereditato dalla famiglia un patrimonio immenso. Ma è il miliardario più disponibile, socievole che conosco (conosco solo lui però). Non se la tira per niente. Andrà a fare la Dakar 2008 col K690. Poi a Giugno 2008 la Parigi-Pechino. E’ qui per allenarsi. Ci siamo conosciuti al Carpat 2006 dove abbiamo fatto diversi km insieme e siamo diventati amici. E’ qui per allenarsi, ma so che odia perdere e farà la gara su di me.

 

Alle 15 inizia il prologo. Mi vesto e sotto il diluvio universale mi dirigo al fettucciato che in origine doveva essere sulla spiaggia, poi non si capisce il perché, l’hanno fatto su una collinetta.

Pronti via. Parto forte come al solito. Le curve sono strette, c’è un fango sabbioso, abbastanza scivoloso. C’è parecchia gente ai bordi della pista nonostante il tempaccio e quindi faccio un po’ il pirla derapando in uscita dalle curve. Su una curva a 90 dentro un profonda pozzanghera mi parte sia davanti che dietro, ma riesco a tenerla e decido di girare in prima col limitatore che fa ta-ta-ta-ta-ta-ta. Un mio amico m’ha detto che aveva la pelle d’oca del sentire quel rumore. Io ne vado pazzo.

Mi ricorda quando ero all’Erzberg e vedevo partire i campioni che cambiavano solo dopo che era entrato in funzione il limitatore…solo che loro lo facevano entrare in tutte le marce…

 

Cmq finisco con un dignitoso 30 posto. Sono soddisfatto.

 

Vado a lavare la moto, poi vado in albergo a farmi una doccia caldissima e poi tutti al briefing dove hanno dato il road book e spiegato le difficoltà della tappa. Molto importante sentire il direttore di gara perché dice le modifiche da fare al road book. Poi cena. Il vino rosso arriva a fiumi. E lì sono un campione ufficiale.

 

In camera ero con 2 ragazzi. Dario e Simone. Il primo l’ho conosciuto l’anno scorso in un rally, un commerciante simpatico, io ero convinto facesse il medico, per cui lo chiamo sempre “dottore”; l’altro fa il croupier in alcuni casinò, e non ha voluto dirmi se si riesce a fare andare la pallina sulla roulette dove vogliono loro. Quindi mi sono vendicato: ho chiamato Lucia e poi i carabinieri. Chi ha avuto a che fare con me sa di che cosa parlo. Solo che con loro il gioco è andato avanti tutta la notte…

 

Giovedì 1 Novembre – Sveglia alle 6.30. Piove più del giorno prima. I locali dicono che erano almeno 6 mesi che non pioveva. Tappa di 270 km con 2 speciali, una di 40 l’altra di una trentina di km, più fettucciato finale. Parto sotto l’acqua tanto per cambiare e comincio a navigare. Il trip funziona bene. Quel genio di GP Mucci ha fatto un lavoro eccellente come al solito. Il road book invece è vecchio e funziona malino, complice la pioggia che mi fa slittare il rotolo; in pratica avanza da solo, il foglio non rimane in tensione, e devo recuperarlo con la mano staccandola dal manubrio. Il prossimo anno ne devo prendere uno nuovo, col doppio motorino.

Arrivo alla ps1. C’è un problema lungo la speciale e ci fanno attendere sotto l’acqua per 55 minuti.

Nel frattempo chiamo i carabinieri e Lucia.

I problemi si risolvono e parto. Speciale viscida e piena di fango. Io ho il pieno perché non ho taniche di benzina per l’assistenza. Il peso elevato e il fango non mi aiutano, in più devo staccare spesso la mano dal manubrio per far retrocedere il roadbook che non tiene in tensione il rotolo. Dopo 2 km non vedo più nulla. Levo la mascherina. Ora va molto meglio, ma la pioggia arriva sugli occhi. Per non parlare dei rami. Ma vado bene, navigo bene. Ci sono dei tagliafuoco che sono lunghissimi e in contropendenza. Scivolosissimi perché sono ridotti ad un pantano che temo mi possa bloccare la ruota anteriore col parafango basso. Ma va tutto bene anche se è faticosissimo guidare in queste condizioni. Prendo tutti i timbri segreti. Questi timbri li mettono in posti particolari e servono a dimostrare che non si è tagliato il percorso. Molti ne salteranno uno e prenderanno 3 ore di penalità. Matteo Graziani è una delle vittime, anche se sostiene che quando è arrivato al timbro non c’erano gli addetti. Io gli credo. In questa disciplina lui è il re. Il più veloce. Il più forte. L’organizzazione però non gli crede e becca 3 ore. Graziani si infuria, e con lui Enzo Campione suo team manager in gara anche lui. Prenderà 3 ore anche il croupier, velocissimo con il suo K525.

Mentre vado a velocità elevate lungo i sentieri di questa speciale mi imbatto in piloti lentissimi; sono quelli del raid. Loro non potrebbero essere in speciale, ma ci sono e quindi è un problema. Perché uno di loro mi cade su una mulattiera e mi fa perdere un po’ di tempo. Più avanti ne prendo un altro che non mi faceva passare nonostante gli gridassi per farmi passare e quindi l’ho superato in maniera oserei dire quasi cattiva, forse troppo. Diciamo pure che l’ho sbattuto fuori dalla pista. Questo fatto di trovare piloti del raid in gara ha penalizzato diversi concorrenti, perché quando cadevano su una mulattiera viscida facevano da tappo, ed è infatti questo che è capitato a molti piloti. Cmq io me ne frego altamente e proseguo la mia gara, per quel che mi riguarda quando sono in speciale può scoppiare anche la 3^ guerra mondiale che io vado avanti. A meno che non incontri un pilota che si è fatto male. Sono al km 37, quasi alla fine della speciale. Una nota chiarissima mi dice di girare a sx all’incrocio. Giro e proseguo, ma non sono del tutto convinto perché le note dopo mi dicono di stare attento ai burroni che non vedo; davanti a me c’è Tarricone, uno che si è sparato 6-7 dakar, se ha girato lui…vuol dire che la direzione è quella giusta! Dopo 3 km in discesa arriviamo in un paese…strada asfaltata…strada sbagliata! Ma la strada è piena di piloti! C’è anche il dottore… Abbiamo sbagliato tutti! Torniamo indietro a velocità folle e imbocchiamo il sentiero giusto. Alla sera saprò che la maggior parte di noi ha sbagliato strada e quei pochi che non l’hanno sbagliata è perché arrivati in quel punto incrociavano chi aveva sbagliato che li guidava dritti verso la strada giusta. Ma va bene così, in fondo i rally sono da navigare. Però la nota per me era sbagliata. Cmq finisco la speciale bagnato fradicio e infreddolito e trovo Assirelli, il capo dei motorally che ci dice che la gara era interrotta per impraticabilità. I fiumi in piena non si riuscivano a guadare. Quindi ci dice di andare verso Fonni per l’asfalto, 90 km di asfalto….

Mai patito tanto freddo in vita mia. Ad un certo punto mi sono messo ad urlare per scaldarmi…

 

Fine della prima parte….

 

 

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Ben tornato Fra.

Certo che se sul roadbook avessi avuto anche il pulsante per tirare indietro anzichè quello d'avviamento di Otto... :blush:

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Massimo rispetto per questo ragazzo

 

per quello che fa con un AT di serie e anche per come scrive

 

leggo sempe tutto d'un fiato e mi sembra di essere li con lui, grande grande Francesco!

 

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complimenti francesco!

sono venuto qui proprio per vedere se c'era un tuo report e sono felicissimo di averlo trovato..la storia ha dell'eroico!

 

contentissimo per te! ti meriti tanto! sono certo che le tue soddisfazioni piu' belle devono ancora arrivare!!

GRANDE!!!!!!

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Seconda parte - Sardegna - Campionato Italiano Tout Terrain 2007

 

Mentre guido fradicio sotto la pioggia sull’asfalto penso a quanto è bella una doccia calda. Forse è uno dei momenti migliori della vita.

Dopo la Nutella, è ovvio.

Arrivo allo stremo delle forze all’albergo, e mi faccio una doccia calda di un’ora. Poi scendo, e sto coi piloti. Molti sono infuriati. Un po’ per il freddo, un po’ per il timbro mancato, un po’ per la nota sbagliata. Graziani urla contro Assirelli.

Cmq poi c’è il briefing della tappa successiva. Poi cena, scherzi, vino e a letto presto perché è stata una giornata dura.

Venerdì 2 Novembre – Tappa Fonni/Fonni -Sveglia ore 6.30. Mi vesto e parto. La giornata è meno brutta, ma piena di nuvole. Cristanelli mi ha fatto il pieno alla moto. La gomma posteriore è già quasi finita, ma quando derapa mi piace di più!

Dopo qualche km incontro Ciaccia sul percorso, ma quanto è forte quell’uomo? A me sembra un fumetto, il bello è che lui pensa la stessa cosa di me. Dopo aver scambiato qualche chiacchera con lui guardo l’orologio, il primo CO è alle 10…..e mancano 6 minuti…me la sono presa troppo comoda! Comincio a tirare come un pazzo, guida oltre il limite…e per fortuna riesco ad arrivare esattamente alle 10…se fossi arrivato alle 10.01 avrei preso un minuto di penalità, alle 10.02 due minuti di penalità, e così via. Era il classico CO (controllo orario) tirato.

Arrivo alla prima PS. 40km.

Parto forte ma la speciale si svolge tutta in un sottobosco con le foglie gialle autunnali bagnate. Il percorso più infido per l’africa, soprattutto perché non riesco a frenarla in discesa! Quindi vado con calma, anche perché in una occasione stavo per stamparmi contro un albero, e non mi è sembrato il caso. Quando dico che vado con calma, in realtà vado a più non posso, ma siccome il tempo era alto, dico che sono andato con calma.

Il problema di oggi è che si rompe il comando al manubrio del trip, quindi le correzioni le devo fare direttamente sul trip che si trova sopra il porta road book. Inoltre il rotolino si srotola da solo. Una cosa fastidiosissima. Mi servono strumenti nuovi se voglio correre decentemente.

Il trasferimento verso la seconda speciale si svolge senza problemi, e arrivo alla PS2. Forse una delle speciali più belle che ho mai fatto. Velocissima, ma senza difficoltà di navigazione. Quindi tutti qui siamo andati forte. Io perdo molto tempo nelle frenate e nei tornanti. Ma mi sono divertito un mondo.

Alla fine della tappa c’è un mega fettucciato in un maneggio. Terreno erboso fradicio. Ci sono anke 2 salti fatti con terra molle di cui uno subito al via.

Parto e mi dico, dai saltiamo un po’ ‘sto dosso, arrivo veloce, spalanco per saltare, ma la moto invece di scattare si imbarca completamente di traverso…per puro miracolo rimango in piedi…e col paramotore sfondo letteralmente il salto fangoso aprendo una via più veloce per i concorrenti che partono dopo di me…poi procedo come posso nel pantano bagnato, con la ruota davanti che avrà fatto 4km e quella dietro un centinaio….

Finita la speciale consegno la tabella di marcia al commissario e mi avvio verso l’albergo, ma vedo un lavaggio e mi fermo a togliere quei 90 kg di fango che c’erano sulla moto.

Lavata la moto mi avvio, ma dopo un po’ la moto si spegne..e quasi mi cappotto. Ho perso la molla del cavalletto che si è aperto e mi stava facendo cadere. In più c’è un cavolo di sensore che se la stampella è aperta la moto non va. Dopo 1 ora di ricerche trovo la molla maledetta e la metto su fissandola con le fascette.

E’ ormai buio e mi stanno cercando….

Arrivo da Nazzareno e ancora sporco e bagnato comincio a smontare la gomma posteriore completamente finita. Metto quella non omologata che avevo all’inizio, che con la mousse desert va benissimo perché è larga. Nazzareno si incazza, ma io altri 70 euro per una gomma che dura 50km non li spendo.

Ripariamo alla meno peggio il trip al manubrio, poi vado in camera, doccia, poi briefing e cena. Di fianco a me c’è Ciaccia, che è davvero un personaggio. Ci divertiamo a commentare le note del road book di domani. Ce n’è una con di fianco il teschio della morte, perché è un burrone alla fine di un tratto velocissimo.

Inoltre ci sono 3 punti critici nella tappa. 2 tratti trial, e Ciaccia il sadico dice che si metterà lì a fare le foto, poi c’è un terzo punto critico in un guado, che c’ha uno scalino di roccia di un metro e mezzo per uscire. Io tra me e me penso che abbiano sbagliato misura, ma non sarà così…Poi, dopo aver bevuto si va a letto.

In camera trovo il croupier che dorme, ma forse è meglio dire svenuto. Il dottore è nudo in mutande sul letto con la finestra spalancata che fa le parole crociate….Ci saranno stati 2 gradi in camera…Lo faccio gentilmente notare al dottore che evidentemente dev’essere impazzito. Dice che l’odore della roba da cross in camera fa male. Dormirò con un maglione sotto tutte le coperte che ho trovato nell’armadio.

Sabato 3 Novembre – tappa Fonni/S.Todoro – 280 km

Ultima tappa. Si parte presto, e dopo una quindicina di km dal via c’è subito la prima speciale di 60km. Ora, in italia 60km di speciale sono davvero tanti da fare a manetta, ma se fosse per me farei tutti i 280km di speciale, poche balle di CO, trasferimenti, ecc…tutto a palla, chi arriva prima vince…ohhhhhhhhhh!!!!

E invece no. Arrivo alla partenza della PS1 e ci sono tutti i piloti fermi. Alcuni addetti del percorso sono scappati (!) e finchè non li rimpiazzano la speciale non parte per motivi di sicurezza. Il luogo scelto per l’attesa non è dei migliori. Paesaggisticamente si, incantevole, in cima alle montagne, con le vacche, i maiali (enormi), le pecore…ma tirava un vento gelido insopportabile…Vedo Pietribiasi, un fortissimo pilota ktm di quelli ufficiali (vincerà la speciale), che era partito con la maglia da cross e basta…il ragazzo tremava, allora gli ho dato la mia cerata antiacqua, tanto io avevo la giacca con le maniche. Poi avevano detto che avremmo trovato il sole!

Ci fanno rimanere 1 ora e mezza così. Abbiamo acceso un fuoco, e tutti intorno a scaldarci e a dire cazzate. Ghitti voleva prendere un mailino e farlo arrosto. Allora l’ho denunciato ai Carabinieri. Ci siamo divertiti.

Poi danno il via alla PS, finalmente. Intanto all’orizzonte cominciano ad arrivare le prime nuvole.

Quando parto io comincia a piovere. Dev’essere una sorta di automatismo. Io parto, l’acqua scende. Mi fermo, smette. Intravedo il business…

Cmq, pioggia o no, rotolino srotoloso o no, trip che non trippa o no, io spalanco. Levo quasi subito la maschera che è già appannata. 60km senza maschera sono una prelibatezza.

Vado molto veloce, forse troppo, spesso in 4^, 5^ piena. Ma la gommona che ho messo grippa di brutto. Dopo un po’ arrivo al primo tratto trial. Vedo da lontano una salita rocciosa bagnata con uno caduto in mezzo. Mi dico, o la va o la spacca.

La spacca.

Rocce a gradini troppo alti, la moto si appoggia sul paramotore. Sono bloccato, il tempo passa. Mi guardo intorno. Salire di lì è impossibile. O almeno, lo è per me. Se fosse stato asciutto si saliva. L’africa se è asciutto sale sempre.

Bagnato no.

Quindi giro la moto con estrema fatica e salgo lateralmente sulla montagna in fuori pista. Erba bagnata ripida con rocce ovunque. Con un po’ di fortuna riesco ad aggirare l’ostacolo, mentre arrivano altri piloti che si piantano tutti sullo stesso punto.

Io dico ciao a tutti con la manina e volo via….

Vado al limite. Fango, pozzanghere, curve, tutto a manetta. Navigo bene oggi. Il trip torna al centimetro. Se solo ‘sto rotolino stesse fermo…

Arrivo alla seconda trialera. Intuisco al volo che non riuscirò a farla. Allora vado in fuori pista a zig zag. E’ pieno di rocce ovunque. Anche qua si pianteranno in molti.

Mentre salgo vedo Ciaccia! Lo saluto e skizzo via…poi la speciale si trasforma in un percorso enduristico puro. Rocce, pietre, buche…davvero faticosa, ma bella. Ho preso tutti i timbri segreti.

Finita la speciale si prosegue sotto l’acqua sempre in fuoristrada. Arrivo all’assistenza, mi metto guanti e maglia asciutti, bevo qualcosa che il buon Nazzareno ha preparato, cambio il road book, infatti il rotolo l’avevo diviso in 2 visto che era molto lungo.

Riparto. Faccio una settantina di km bellissimi, fuoristrada vero. Poi arrivo alla seconda e ultima speciale.

Anche qua piloti fermi. C’è un guado con uno scalino di roccia molto alto che non si riesce a superare neanche con le moto leggere. Siamo a posto, dico io….Dopo mezz’oretta mandano sul posto due ragazzi per aiutare i piloti in difficoltà e la speciale riparte.

La gomma davanti è finita, e la mousse anteriore è spappolata. Ma io sono carico e parto a palla. Una delle speciali più belle che ho mai fatto. Un terreno sabbioso bellissimo. Centinaia di curve…mai derapato tanto…Ma arrivo al guado. Ci sono 2 piloti piantati. Aspetto che i 2 ragazzi li aiutino a tirare su la moto. Poi provo io, impenno in mezzo al fiume ma andando contro la roccia che era davvero altissima mi scende la catena! La rimetto su nell’acqua poi con l’aiuto dei 2 tipi riesco a salire su e ripartire indiavolato per il tempo perso….ma è stata una speciale splendida di 40 km.

Arrivo alla fine. Mi dirigo a S.Teodoro. Sta per fare buio.

All’arrivo ci sono tutti, team, accompagnatori, tutti che mi applaudono e mi vengono vicino! Una sensazione bellissima e commovente. Mi dicono che molti non sono ancora arrivati, alcuni sono dispersi. Una tappa davvero durissima. Ma io e l’Africa ce l’abbiamo fatta. 23esimi assoluti nel fango. 8 di classe (la 600). Ghitti col K950 a più di 2 ore di distacco.

Fabrizio Carcano, team manager dell’Husqvarna mi chiede se il prossimo anno voglio correre con lui nella Marathon con l’Husqvarna 600. Sono lusingato, se solo me lo avesse chiesto qualche anno fa quando usavo più la manetta e meno il cervello…

Ma per me non è ancora finita….è tardi e preparo tutta la roba in fretta, lascio le ruote come sono, non ho la forza di cambiarle, e parto per Golfo Aranci, il traghetto mi attende. Quando parto, gli occhi degli altri sono sbarrati, quasi non ci credono. Invece è vero.

L’Africa parte, corre e ritorna.

Notte tranquilla sul traghetto con Cristenelli che racconta storie dakariane a profusione.

La mattina dopo sbarco e in un freddo pazzesco faccio gli ultimi 200km verso Bologna. Missione compiuta.

 

 

La stagione è finita: in realtà mi attendono un paio di cross country nel bolognese ma a questo punto devo fare dei ringraziamenti.

 

Il più grosso lo faccio a quella grande manetta di FURIO, che si è dimostrato un vero uomo, un vero amico. Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto per me.

E grazie anche a tutto il direttivo MC AFRICA TWIN ITALIA per l’aiuto datomi al rally in sardegna e per gli adesivi bellissimi.

Poi devo ringraziare GP MUCCI, il genio della elaborazione metallica. Odia quello che è di serie. E’ più forte di lui. Ma ha del talento da vendere. Non c’è gara a cui non vada che mi dicano “Sai che c’è un tipo dalle tue parti che fa delle Africa Twin tutte preparate?!”

Poi grazie a Sandro Rino 74, mi ha aiutato a cambiare il motore insieme a Michele Vash, altro bel manico.

E grazie a tutti VOI per le bellissime dimostrazioni d’affetto che mi date in ogni occasione.

Vi abbraccio tutti.

 

La Regina NON è morta.

EVVIVA la Regina.

 

Francesco Catanese

 

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Ciao Francesco....

lettoti tutto di un fiato ho le lacrime agli occhi alla fine.....

sono un semplice socio del motoclub ma onorato di averti tra noi.....

oltre che essere un bel MANICO hai un lavoro assicurato quando a 80 anni smetterai di correre....

Lo scrittore.....

Riesci a trasmettere emozionie particolari che neanche ad essere lì in moto riuscirei a cogliere....

comunque leggendoti mi hai fatto sentire il freddo dell'acqua piovana e l'emozione dell'arrivo a San Teodoro.

 

Se non ti avessi conosciuto dubiterei di ciò che ho letto....

 

Lo eri...

Lo Sei....

Lo Sarai....

 

L'UOMO, LA LEGGENDA DELL'AFRICA TWIN..........

 

Un saluto

Tappo

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Che dirti Francesco????

Se ti dicessi che 6 in gamba e che vai forte ecc ecc sarei limitativo...

Qui si parla di passione allo stato puro!!!

Eppoi in sella alla REGINA!!! Come si fa a non apprezzarti?

Mi hai fatto ricordare quando negli anni 80 correvo nel cross tra la pioggia incredibile e il fango che ti bloccava fino alle ginocchia. Solo chi ha vissuto tali esperienze puo' capire il tuo sforzo con 1 moto di 200 e passa Kg.

Ogni altra parola mi risulterebbe superflua.

gigineb

 

 

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Francesco, il più grande GRAZIE va dato a te per le emozioni che continui a darci con le tue gare ed i tuoi racconti.

 

 

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bravo, bravissimo e ancora di più

fa veramente impressione immaginare i numeri che fai fare all'Africa !!

infinite grazie anche per il tempo che ci hai dedicato scrivendo il tuo racconto

scrivi proprio bene: ritmo, humor, tensione e anche un po' di saggezza :)

 

auguroni per tutto

 

 

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