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Vajont


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... conosco abbastanza bene quella zona, ci sono tornata di recente e devo dire che c'è sempre "un'emozione" particolare...    :EmpPack3_17:

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Ho frequentato per un po' di tempo gli abitanti e le montagne di quella zona, quando facevo da accompagnatore per il CAI, nonché abitudinario (nonostante la distanza che ci separa) frequentatore del Rifugio Casera Ditta.

 

vi consiglio la visita guidata alla diga, molto suggestiva....

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che dire, del Vajont mi sono interessato da quando ero proprio pischello, da quando ascoltavo mia mamma (che all'epoca del fatto era sedicenne) che mi parlava di questa tragedia che lei ricordava dai notiziari radio;

 

poi da grande sono riuscito ad andarci, e pure a tornarci, scoprendo che in quell'angolo di paradiso, la diga, è forse la cosa meno importante, anche se -confesso- esercita in me un grande fascino.

Forse è quel pizzico di antica soddisfazione italica che di quando in quando si affaccia nella mia quotidianità, vedendo che i nostri manufatti in calcestruzzo una volta resistevano anche alle montagne che crollavano. Ecco, si, la diga del vajon tispecchia molto la mentalità degli Italiani di quel tempo, resistevano a tutto.

 La diga la guardi, la contempli, la ammiri per com'è stata costruita, e per com'è, se ti piacciono le cose "possenti".

da grandicello puoi anche decidere se approvarne la filosofia, tollerare che per il benessere pubblico ed il progresso del paese siano stati calpestati diritti di persone che non sapevano difendersi se non con i forconi e le mazze, o contestare ferocemente il "modus operandi" del governo dell'epoca, e delle pubbliche istituzioni che hanno portato a dama un progetto con truffe, imbrogli, impicci e sotterfugi.

 

Al di la di questo, deve a mio avviso restare in chi pensa al Vajont un composto sentimento di pietà per coloro che nell'arco di 7 anni hanno perso pian piano perso tutto ciò che avevano.Le proprietà confiscate per far posto all'opera da realizzare, i ricordi, ed infine la vita.

 

E non sono solo 2000 persone, come riportano i bollettini;

 

2000 sono quelli passati dal sonno alla morte nell'arco di 4 minuti di apocalisse, -tanto infatti è stato il tempo trascorso da quando l'ultimo granello di terra che tratteneva la frana attaccata al monte Toc ha mollato la presa, dando il via al disastro che conosciamo-, 2000 sono quelli che -forse- non sanno nemmeno cosa sia realmente, il disastro del Vajont.

Per costoro, vittime ricordate negli annali storici, e nei forum come questo, il Vajont si riduce ad una serie di fastidi, qualche scossa di terremoto, ed un bel lago di montagna in cui pescare;

Innocenti vittime di una società sbagliata, come altre vittime innocenti morte  su un aeroplano , su un treno, o in una stazione ferroviaria.

Il mio pensiero, per queste persone non puo che essere di riverenza, e solidarietà.

La rabbia, però, la riservo per le altre vittime, quelle che sopravvivono.

 

Quelle che sono sopravvissute all'onda, ma che si sono spente per inedia, per depressione, per aver visto sparire dal pianeta il proprio passato, fatto di persone parenti amici, strade, negozi, animali, tutto. Un mondo fatto di cose concrete, che la notte prima c'era, e la mattina successiva non c'era più.

Quelli che non ce l'hanno fatta a trovare la forza di ricominciare, che hanno preferito farla finita dopo il Vajont. E sono tanti anche loro.

 

Andateci, al Vajont, anche se ormai l'aria che si respira (per dirla come direbbe Mauro Corona, al quale però quest'aria piace, secondo me) è firmata e non è più autentica e piena di vita come un tempo.

Io ci tornerò, ci portai una figlia appena nata,  (non vi nascondo che le gambe tremavano parecchio, mentre attraversavamo il coronamento della diga! E' protetto con gabbie e ringhiere, ma sotto, lo strapiombo di oltre 200 metri, lo vedi tutto tutto.....), e ce la voglio riportare quando sarà in grado di capire cos'è accaduto, sperando che capisca sopratutto cosa succede quando ci si incaponisce a non voler ammettere i propri errori.

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..... io lassù ho perso la mia infanzia. Tutti gli amichetti con cui giocavo..... le mie adorate "zie" (non siamo parenti ma era più che esserlo)....i miei cuginetti.. il mio cane ... i miei pulcini .....

 

Dio mio che disperazione.

 

Avevo 7 anni e mezzo.

Eravamo appena tornati da Faè, dove eravamo stati per tutta l'estate.... 3 mesi bellissimi e spensierati. 

Erano i primi giorni di scuola. Allora si iniziava il 2 ottobre.

La radio della scuola inizia a gracchiare ... parla il Preside. La mia maestra ci fa alzare in piedi. E dalla radio interna ci viene data la notizia: la tragedia del Vajont.

E io, piccola, penso ... ma il Vajont è la mia casa. 

Mi vengono a prendere a scuola e scopro che mia madre è già partita.

Riuscirà solo ad arrivare a Belluno e ritrovare in un capannone ciò che è rimasto della famiglia.

A me rimangono solo i ricordi.

 

 

 

Grazie Filippo che mi hai dato l'opportunità di ricordare e di condividere.  :(

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  • 8 months later...

Io al Vajont ci sono stato qualche anno fa, ci sono partito apposta solo per respirare l'aria e le sensazioni che trasmette quella valle.

Mi ha sempre attratto anche tutta la storia delle fasi della costruzione della diga, i primi plastici, le prime simulazioni del calcolo di massa franosa che potevano venire giù per il calcolo dell'onda..

Sono andato al museo, ho sfogliato tanti articoli storici di quegli anni, prima, durante e post costruzione, mamma mia.

Opera costruita con i massimi livelli di perfezione e calcoli ingegneristici che hanno fatto sì che la diga resistette alla pressione ed allo scavallo di quella mezza montagna che venne giù.

Rispetto e memoria per la popolazione che fu travolta e spazzata via da una ostinata gestione del "non vi preoccupate, è tutto sotto controllo".

Ci sono stato 3 volte al Vajont, e ci porterò anche mio figlio perché anche lui dovrà sapere.

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Su un altro forum ho aperto un post intitolato" Vajont con la lente d'ingrandimento", per segnalare questo sito recente in cui si trova una galleria fotografica ed una descrizione dei luoghi suggestiva ed emozionante. Invito ancora una volta tutti ad andare di persona a rendersi conto di cosa può fare il cocktail di orgoglio ed aviditá....

Sulla tragedia non c'é da dire molto. Quest'anno se riesco ci porto la bambina con il camper, 6 anni é una buona era per rendersi conto di cosa significa perdere qualcosa..

http://dentroilvajont.focus.it/dentro-diga-vajont.html

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